Il secondo libro di poesie di Anna Achmàtova (1889-1966), Rosario, fu pubblicato nel maggio del 1914, poco prima dello scoppio della Prima Guerra Mondiale. Dal 1914 al 1923, Rosario fu ristampato ben nove volte, anche in Russia un successo straordinario per una poetessa giovane. Benché in italiano la parola «rosario» suggerisca uno strumento tipico del cattolicesimo, la collana in sé è usata in almeno sette religioni diverse, e qui la parola si riferisce più in generale a una sequenza, non di preghiere ma di poesie, per mettere in risalto che la collocazione delle liriche non è casuale ma segue una logica precisa diversa da quella cronologica. Il titolo ci rimanda all'idea dello scorrere attraverso una serie di stati d'animo, un percorso che la poetessa vuole farci ripercorrere insieme a lei. In questa raccolta, l'autrice prosegue il filone inaugurato con Sera: tensione psicologica, laconismo, osservazioni precise, rifiuto della musicalità tradizionale del verso, preferenza per un linguaggio colloquiale. In molte poesie troviamo la sintesi poetica di esperienze personali. Come mai queste opere poetiche raffinate trovano un così grande riscontro non solo tra una ristretta cerchia di appassionati, ma anche tra un vasto pubblico di lettrici? Achmàtova mette a nudo la propria anima. Tutta l'acutezza e la tensione dei sentimenti, senza metafore elaborate, un linguaggio semplice e colloquiale trovano rapidamente un'eco nei cuori di chi legge. Lettrici e lettori ritrovano nei suoi versi penetranti i propri sentimenti, i propri pensieri, le risposte alle domande più angoscianti. E la sua espressiva laconicità, la scelta dei dettagli, e la profondità delle esperienze psicologiche continuano a non lasciare indifferenti. È stato proprio Rosario a portare Achmàtova alla fama. Da un annuncio pubblicitario alla fine del libro, apprendiamo che nel 1914, nel negozio di libri di Nevskij prospékt 66, Rosario era venduto al prezzo di un rublo e venticinque copeche. Fu pubblicato dalla casa editrice acmeista Giperborej in una tiratura considerevole per l'epoca: mille copie. Questa volta, diversamente da Sera, non fu necessario che Achmàtova lo pubblicasse a proprie spese. Furono fatte addirittura edizioni pirata. Una di queste edizioni risale al 1919. Anna Andréevna teneva molto a questa edizione. Fame, freddo, rovine, eppure le persone avevano comunque bisogno di poesia. Delle sue poesie! Gumilëv, come si scoprì, aveva ragione quando, dopo aver letto le bozze di Rosario, disse: «E magari bisognerà venderlo in ogni singola piccola bottega». La traduzione è condotta avendo come dominante il ritmo dell'originale. Quando è stato possibile, è stato riprodotto anche il metro. Quindi le lettrici possono raffrontare gli accenti presenti in russo (che sono indicati) e confrontarli con quelli in italiano per constatarne la presenza sulle stesse sillabe. Nella maggior parte dei casi anche il numero totale di sillabe per ogni verso è lo stesso.
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