«Ah, se non fossi così vivo e affollato di cose, che libro scriverei […] ma il tempo è così poco […]. C'è molto tempo per darne i progetti, questo sì: ma non basta». A parlare così è il protagonista di 'Convalescenza', uno dei racconti di questo libro che presenta – grazie all'attenta cura di Silvia Fantacci – le prose scritte da Ruggero Jacobbi a partire dalla precocissima giovinezza fino agli anni Sessanta. Le nove sezioni, nelle quali sono stati registrati frammenti di memorie, tracce di mistero, amare solitudini, si muovono tra cinema e teatro, ridestano i volti della guerra, le figure di scrittori e amici, suggeriscono percorsi di lettura. Non manca l'evocazione del Brasile, dove Jacobbi passò i quindici anni più importanti della sua vita: un paese «grande da impazzire», con i suoi riti magici, il ritmo, la cultura (le musiche di Villa-Lobos, Vinícius de Morais, Dorival Caymmi, i versi dell'amico Murilo Mendes). Nell'accurato apparato di note e nell'appendice posti in calce al volume è offerta la storia di ogni testo e la ricostruzione dei progetti di romanzi e racconti rimasti incompiuti e ora finalmente restituiti, dalla mente e dal tavolo dell'autore, alla stampa.Silvia Fantacci si è laureata in Letteratura italiana moderna e contemporanea alla Facoltà di Lettere dell'Università di Firenze e fa parte di un gruppo di ricerca diretto da Anna Dolfi che si occupa di ordinamento e catalogazione di testi contemporanei.