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Agli inizi del 1980,un'affermata rivista di politica economica che da sempre aveva riservato una preminente attenzione alla “questione meridionale", dedicava all'Abruzzo un numero monografico dal titolo “Rapporto Abruzzo 80: una regione in ascesa”. Il fascicolo conteneva una serie di saggi dovuti a studiosi particolarmente attenti alle vicende abruzzesi, i quali sottolineavano i progressi di una regione che - per prima fra quelle già appartenenti al Regno dì Napoli — era riuscita a staccarsi dalle condizioni di emarginazione e sottosviluppo del sud Italia per avvicinarsi agli "standards" delle…mehr

Produktbeschreibung
Agli inizi del 1980,un'affermata rivista di politica economica che da sempre aveva riservato una preminente attenzione alla “questione meridionale", dedicava all'Abruzzo un numero monografico dal titolo “Rapporto Abruzzo 80: una regione in ascesa”. Il fascicolo conteneva una serie di saggi dovuti a studiosi particolarmente attenti alle vicende abruzzesi, i quali sottolineavano i progressi di una regione che - per prima fra quelle già appartenenti al Regno dì Napoli — era riuscita a staccarsi dalle condizioni di emarginazione e sottosviluppo del sud Italia per avvicinarsi agli "standards" delle zone più progredite. Un risultato impensabile se si considerano le disastrose condizioni di partenza: le asperità del territorio, il secolare isolamento, le rovine lasciate dalla guerra, la debolezza della sua economia basata prevalentemente su un’agricoltura primordiale, lo spopolamento. Purtroppo, quel virtuoso percorso in ascesa faticosamente e coraggiosamente incominciato nel dopoguerra, col procedere del 1980, cominciava a dar cenni di stanchezza. La curva dell'arco aveva iniziato a flettere…. I saggi che compaiono in questo libro,sono stati scritti press'a poco nell'arco di un trentennio, a cominciare dalla metà del 1950, quando già erano stati fatti notevoli progressi sulla via della ricostruzione e si guardava con fiducia nell'avvenire. Comparsi su diverse pubblicazione del tempo (e scelti tra quelli che ci son parsi più rappresentativi della realtà del momento) essi trattano e commentano argomenti economici, culturali, politici e sociali dal definitivo tramonto dell'industria armentizia alle lotte contadine e alla riforma fondiaria nel Fucino; dalle speranze (deluse) per il mancato ritrovamento degli idrocarburi ad Alanno e Cupello, alle analisi delle prospettive di sviluppo delle 4 province abruzzesi e del Molise (che faceva ancora parte dell'Abruzzo); all'originale progetto-pilota dell'UNRRA-CASAS nel Sangro; al riordino e al potenziamento del sistema viario, dalla tumultuosa nascita delle università alla tormentata vicenda della programmazione regionale; dalla crescita delle istituzioni culturali ad alta tecnologia, ai successi raggiunti nel terziario avanzato ecc. Non avrei mai pensato di raccoglierli in volume. Se ho deciso di farlo, è perché c'é stato il terremoto del 6 aprile 2009 che ha riportato in Abruzzo morte, distruzione e sconforto. M'é parso doveroso ricordare agli abruzzesi che allora non erano nati (e a coloro che non rammentano più) quel lungo e sofferto cammino di ricostruzione e di crescita conclusosi con soddisfazione ed orgoglio, sperando che anche questa volta sapranno reagire alla sorte avversa con determinazione e forza di volontà. Ridando vita e futuro a un territorio ferito e il volto inimitabile alla città dell’Aquila.