Il lettore di “Sali in macchina a dirmi (venti cose brevi)” sembra chiamato a continuare un gioco: nella fattispecie, il gioco in cui l’autore ha sperimentato appieno la possibilità di ridurre a creta nelle proprie mani il mondo delle convenzioni letterarie, siano esse di genere o di lingua. La narrazione che si dipana in queste pagine prevede ampiamente il dovuto spazio d’autonomia destinato al fruitore. Come fossero dei prismi di cristallo sapientemente sfaccettati, i racconti qui antologizzati consentono a chi li osserva di assaporare la rifrazione di centinaia di diversi colori. Ognuno di noi è quindi libero di cambiare l’inclinazione e far assumere al cristallo una nuova, personale colorazione…