È un romanzo che prova a proporci un parallelismo fra la vita di Amar, protagonista femminile del racconto, e quella di Mosè personaggio storico che tutti conosciamo. Nella storia antica il faraone ordina di uccidere tutti i figli maschi e quindi la madre di Mosè è costretta a metterlo in salvo “affidandolo” alle acque del Nilo. Anche oggi, in tante terre martoriate da guerre, lotte, conflitti, fame e miseria, c’è qualcuno che ordina di uccidere e spinge la gente a fuggire dai propri paesi per cercare rifugio altrove. Una mamma, incinta di Amar, deve lasciare la sua terra per cercarne un’altra che l’accolga. Anche lei per salvare la sua piccola, che è nata durante l’attraversata del Mar Mediterraneo, deve “affidarsi” alle acque del mare. Anche tra di noi c’è qualcuno che è costretto a fuggire da qualcuno o da qualcosa? A chi dobbiamo “affidarci”? Anche noi possiamo dire di essere stati miracolati in qualche occasione? Dove saremmo se qualcuno non ci avesse indicato la strada giusta ed in qualche modo non ci avesse protetto? Anche noi siamo debitori verso una cultura, una tradizione educativa ed a tutto ciò che ci ha permesso di essere come siamo e che ci permettono di poter essere dei previlegiati? Ci possiamo salvare da soli?