La possibilità dell'uso di armi nucleari da parte di Israele è stata definita "opzione Sansone", poiché tale eventualità non avrebbe portato altro che la morte con tutti i moderni filistei, cioè i nemici dello Stato. Se invece si interpretano con le lenti della storia delle relazioni internazionali le circostanze e gli avvenimenti che segnarono la conquista dell'opzione nucleare da parte di Israele, essa diviene un elemento della costruzione del Medio Oriente postbellico, ovvero un passaggio di quella Guerra Fredda mediorientale che tanto ebbe a determinare il confronto fra le superpotenze. Grazie a fonti d'archivio finora inedite e ad un'attenta revisione bibliografica, l'autore rintraccia nel decennio 1953-1963 la costruzione di un ordine mediorientale statunitense, realizzato a scapito del nazionalismo arabo e dell'influenza sovietica, anche grazie all'intervento di Washington sull'opzione nucleare israeliana.Matteo Gerlini svolge attività di docenza e ricerca in storia delle relazioni internazionali presso la facoltà di Scienze politiche "Cesare Alfieri". Autore di saggi e articoli in pubblicazioni italiane e internazionali, collabora col Centro interuniversitario "Machiavelli" per lo studio della Guerra fredda, col Centro di studio delle dinamiche complesse dell'Università di Firenze e con il programma di Nuclear security dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica.