Nella fase nascente del cristianesimo, quando una nuova era sembrava poter cominciare, molte donne espressero le loro rinnovate speranze di dignità, autonomia e realizzazione, duramente calpestate dalla degenerazione del paganesimo patriarcale. Figure tragiche, ambivalenti, insieme vittoriose e vittime, riportarono a galla l’anima indomita delle fiere dee vergini di un tempo, rinnovando antichi simboli e pratiche, eredità dimenticata dell’originaria civiltà della Dea. L’autrice rilegge gli Atti originali dei loro martirii e ricostruisce la genesi delle feste e dei culti loro dedicati, profondamente radicati nell’area mediterranea e ancora celebrati con passione nel presente.