Nell'estate del 95 l'autore si trova a Sarajevo come volontario. Spedisce a un giornale italiano la testimonianza di quei giorni, così come lui li vive, mentre si occupa del servizio della posta. La sua ONG si occupa di far giungere le lettere dei fuoriusciti a chi è rimasto intrappolato nell'assedio. Con la corrispondenza riescono, con vari stratagemmi, a far arrivare anche i pochi soldi che aiutano a sopravvivere. In quei giorni di vacanze, avviene il genocidio di Srebrenica. Un monito per il presente dell'Europa.