In questo libro il cantante e showman bolognese propone un’interessante riflessione sul significato delle nostre radici nell’era del mondo multiculturale. Il dialetto e le sue trasformazioni, le usanze territoriali, i personaggi tipici di ogni città e gli stereotipi che da sempre ci contraddistinguono sopravvivono a fatica in un mondo che tende ad azzerare ogni differenza. Strappandoci più di un sorriso, ma facendoci anche riflettere, Mingardi indaga con buon senso e comicità la lingua, le tradizioni, l’aria del “vogliogodermilavita” emiliano-romagnole, proponendo e rivitalizzando conversazioni e quadri pittoreschi raccolti per le strade e nei bar. Il gergo, gli insulti colorati, i proverbi e la filosofia spiccia degli anziani diventano quasi testi teatrali, che fioriscono nei naturali palcoscenici della quotidianità. Un patrimonio culturale da tramandare, per l’autore, a figli e nipoti, senza false nostalgie né paragoni banali, ma con un sano campanilismo che vuole preservare memoria e identità. A Bologna, e non solo, l’espressione “sócc’mel” rappresenta tutta la meraviglia e lo sgomento di chi ha ancora la capacità di stupirsi o preoccuparsi per questa vita sempre più veloce, per un progresso travolgente che qualche volta affascina ma spesso non convince. Ecco dunque la ricetta che viene fuori dalle pagine di Mingardi: affrontare le vicende umane, misere o eroiche che siano, con una massiccia dose di autoironia.