Francesco Saverio De Sanctis (1817-1883) è stato uno scrittore, saggista, critico letterario, Libero Muratore e politico del Regno d’Italia. Considerato tra i maggiori critici e storici della letteratura italiana nel XIX° secolo, successivamente alla proclamazione dell’unità d’Italia è stato Governatore della Provincia di Avellino, Deputato per diverse legislature e ha più volte rivestito la carica di Ministro della Pubblica Istruzione.
La sua Storia della Letteratura italiana è stata per oltre un secolo un imprescindibile punto di riferimento, anche a livello internazionale.
Schopenhauer e Leopardi, che oggi riproponiamo ai nostri lettori, è un saggio in forma di dialogo scritto da De Sanctis nel 1858 e pubblicato per la prima volta nel Dicembre dello stesso anno sulla Rivista Contemporanea. È stato definito uno dei suoi saggi più geniali.
L'opera, è un dialogo tra due amici che discutono sulla filosofia di Arthur Schopenhauer. Uno di essi (il signor D.) è il De Sanctis stesso, che dichiara di star scrivendo un articolo su Schopenhauer per la Rivista Contemporanea. L'altro (il signor A.) è una persona che odia la Filosofia, specialmente quella idealistica.
Ernst Otto Lindner (traduttore dei Canti di Leopardi per la Vossische Zeitung) fece leggere a Schopenhauer il dialogo di De Sanctis, che gli piacque molto, nonostante le invettive finali contro di lui, sulle quali elegantemente lasciò correre. A riguardo egli scrisse: «Ho letto quel dialogo due volte attentamente, e debbo stupire nel riconoscere in qual grado questo italiano si sia impossessato della mia filosofia».
In fondo a Schopenhauer non dispiaceva affatto vedersi accostato a Leopardi, che considerava un «fratello spirituale italiano».
Con introduzione di Nicola Bizzi.
La sua Storia della Letteratura italiana è stata per oltre un secolo un imprescindibile punto di riferimento, anche a livello internazionale.
Schopenhauer e Leopardi, che oggi riproponiamo ai nostri lettori, è un saggio in forma di dialogo scritto da De Sanctis nel 1858 e pubblicato per la prima volta nel Dicembre dello stesso anno sulla Rivista Contemporanea. È stato definito uno dei suoi saggi più geniali.
L'opera, è un dialogo tra due amici che discutono sulla filosofia di Arthur Schopenhauer. Uno di essi (il signor D.) è il De Sanctis stesso, che dichiara di star scrivendo un articolo su Schopenhauer per la Rivista Contemporanea. L'altro (il signor A.) è una persona che odia la Filosofia, specialmente quella idealistica.
Ernst Otto Lindner (traduttore dei Canti di Leopardi per la Vossische Zeitung) fece leggere a Schopenhauer il dialogo di De Sanctis, che gli piacque molto, nonostante le invettive finali contro di lui, sulle quali elegantemente lasciò correre. A riguardo egli scrisse: «Ho letto quel dialogo due volte attentamente, e debbo stupire nel riconoscere in qual grado questo italiano si sia impossessato della mia filosofia».
In fondo a Schopenhauer non dispiaceva affatto vedersi accostato a Leopardi, che considerava un «fratello spirituale italiano».
Con introduzione di Nicola Bizzi.