Un improvviso pedinamento per le vie del centro cittadino, dà l’avvio all’insolita avventura di un giovane studente che, assecondando la personale propensione ad indagare nelle vite altrui, viene a conoscenza di fatti che hanno stravolto in modo irreversibile l’esistenza di Roman e Giulia negli anni Settanta, in una terra che Sergio Maldini descrive così: Nella Bassa ci sono più cieli e pianure che persone, i giorni trascorrono poveri di imprevisti, il silenzio del Nord-est è un silenzio speciale, senza piccoli crepitii e interruzioni degli altri silenzi europei. La nostra pace non ammette deroghe. Siamo tagliati fuori dal mondo, viviamo tra il sonno e una misteriosa felicità. In quel luogo si compongono le tessere sparse di vite dai contorni oscuri e sfuggenti: quella di Roberto, appassionato ricercatore di libri vecchi, quella dell’amico Giorgio alla ricerca di una propria definizione di libertà, quella del “tizio oscillante” incontrato in libreria, quella della diafana Lilli che ama l’arte del tiro con l’arco, quella del capostazione Elio memoria storica del piccolo paese, quella del vecchio e astioso prete della chiesa, quella del giovane inseguitore che pur con gli occhi sulle pagine dei libri della fornita libreria del centro, viaggia in costante ricerca del perché degli eventi, incerto se imputarlo al caso o alla natura “inclassificabile” della vita stessa. E Roman e Giulia? Due semplici nomi scritti in blu sulle pagine ingiallite di un diario trovato “per caso” sulle bancarelle di un vecchio antiquario di Bologna? Il romanzo e i suoi abitanti sono ancora in viaggio, nella consapevolezza che esiste sempre un perché che accende il desiderio di giungere un giorno alla trattoria “da Colombo”.