Sul filo della “tranche de vie”, si dipana una sorta di diario in cui si animano e prendono vita le presenze del passato, che hanno avuto un ruolo importante nella formazione dei gusti e della personalità dell’autrice. La narrazione si fa a tratti epica e favolosa nel rievocare, con gli occhi di una bambina che matura e cresce, un universo di consuetudini stratificate nel tempo, quasi nella dimensione di un eterno presente, fisso nella memoria. Idealizzata, ma ironica e sorridente la visione dei fatti, che conferma l’importanza di forti legami affettivi all’interno della famiglia, in cui si cresce e si impara, si ricevono stimoli e modelli, esperienze formative da cui l’adulto non può prescindere.