CONFIDENZIALMENTE TI DICO CHE Prima di mandare alle stampe un libro, l'autore, in genere, si chiede perché lo abbia fatto, non tenendo conto di averlo scritto per se stesso, per la propria ambizione, per passare alla storia o semplicemente, come nel mio caso, per comunicare agli altri il mio pensiero e, averne riscontro. In realtà, chi scrive trasmette messaggi, anche non condivisibili, ma comunque, sempre generanti nuove riflessioni. Saranno proprio i lettori a dare loro l'importanza che esse meritano. Personalmente dedico queste mie considerazioni a me stesso, perché scrivendole, mi hanno fatto ripensare sulla mia identità. Ho compreso, per esempio, che non sempre ciò che io penso, corrisponde a ciò che io sono nella mia quotidianità e ciò, mi ha spinto riconsiderare il mio modo di essere e di apparire. Come vedete, quando un pensiero ha un risultato reale, il pensare ha la sua ragion d'essere. Quando, invece, esso è un libero gioco del cervello, allora, è soltanto un bel volo fra le nuvole, anche se, per la verità, non sempre è inutile. Di lassù, infatti, s'intuiscono quelle illusioni che, trasportate in terra, si concretano nei fatti e, se ciò non riesce, prima di dissolversi, generano comunque, brevi momenti di gioia. Dipende da te, se accettare la dissoluzione del tuo pensiero o la realizzazione di quel sogno che ti ha invitato a volare. Io ti consiglio di continuare a passeggiare tra le nuvole, guardando sempre in terra, però, per scegliere il punto giusto, dove posare le tue idee. Dalle pagine che seguiranno, capirete che le mie asserzioni vanno nella direzione del cosiddetto pensiero positivo o costruttivistico, ma ciò non significa che io voglia svalutare il pensiero negativo che, invece, ritengo ugualmente fruttuoso, quando è sobriamente utilizzato. Un pensiero, positivo o negativo che sia, deriva sempre dalle particelle cromosomiche ereditate e dalle esperienze di vita vissute. Per questo è impossibile, programmare un pensiero sempre al positivo, se da tutte le esperienze della vita, derivano fatti solamente negativi. Come può, infatti, un individuo di bassa autostima, ripetere per convincersi, il mantra di essere un uomo amabile e pieno di gioia, se in cuor suo è sempre colmo di tristezza interiore e di amarezza esteriore? E come può un uomo ripetere il secondo mantra, io sono bello e ricco, per formarsi in pensiero costruttivo, se la ricchezza manca e la bellezza, non è stata scritta nel proprio DNA? Ritengo che il Pensiero, sia veramente la ricchezza più grande di tutte le potenzialità umane, ma sono altrettanto sicuro che esse abbiano limiti invalicabili, che la sola ragione e nessun mantra, potranno mai superare. Tenendo per valido quanto appena scritto, io ritengo che ogni analisi del Pensiero, debba rispettare le doti, le attitudini, le propensioni e le esperienze di ogni individuo, che insieme, determinano la qualità del pensiero. Da ciò consegue che non tutti possono costruirsi un pensiero positivo ma che anche da un pensiero negativo possa derivare una serie di benefici e compensazioni, per ben vivere la propria esistenza. Nel mio volume PSICOLOGIA VISSUTA * ho sostenuto, infatti, che non esiste il bene senza il male né la gioia senza il dolore, né l'ottimismo senza il pessimismo, perché la vita è sempre un risultato di due o più elementi. Essa, infatti, è il risultato di quelle due entità, in origine diverse che, dividendosi e fondendosi, nel breve periodo di nove mesi, hanno generato un unico essere. Chi può controllare la qualità del pensiero di quelle due matrici che hanno dato origine a un essere umano? E' falso quindi, affermare che il pensiero sfavorevole sia il fermo-immagine di un male inevitabile. E' vero, invece, che, premeditandolo, quel male può essere affrontato e superato anche con un pensiero ostile alla vita.