In nessun altro luogo al di fuori dell’Ossola, terra di cristalli e viandanti, soggetto ideale nel cartellonismo Metlicovitziano, primo tentativo di Repubblica Democratica, via illegale del caffè, avrei potuto provare a contrabbandare me stesso, mettendomi in gioco tra ironia e seriosità, immortalando la stretta tra mani diverse (un tentativo di narrativa e un approccio alla poesia), un viaggio in cui la realtà si confonde con l’immaginazione. All’interno di questa foglia d’acero piemontese, tutto ciò ha trovato perlomeno un inizio.