Dentro un piccolo baule blu si ritrovano svariate carte, quaderni, taccuini, fogli sfusi e un raccoglitore di vignette. Rovistando e scartabellando, l’autore, nel ruolo di redattore si applica, affinché assumano una fisionomia oltre i limiti di un confuso canovaccio abbandonato. Non otterrà un disegno ben rifinito, ma potrà almeno proporre un arrangiamento testuale fruibile: un’opera in via di formazione, dove va delineandosi l’ascesa del boss Ugariello Migliaccio, detto Menelik il ras. Attorno a lui una folla di figure: padrini, cumparielli, guaglioni. Accade una girandola di avvenimenti come uno spettacolo di varietà, e ogni tanto affiorano, quasi fuori campo, le voci di un poliziotto e di un giudice.