Distillare la realtà, bella o spiacevole, concreta o immaginata è prerogativa della poesia, che smonta il mondo del visibile per ricostruirlo rivestito di nuove immagini. Il tempo, il comunicare con gli altri, l’amore, l’amicizia, la bellezza, la forza della natura, le illusioni, le delusioni, il ricordo, le paure, la solitudine, le certezze concorrono a disegnare ‘Sentieri’, una raccolta di 138 poesie che colloca in primo piano un’umanità ricca di risorse. Gli uomini, benchè stanchi del lungo cammino, sono ancora sostenuti da scintille di passione e di speranza. Loredana Marano ha individuato e raccolto i segni del tenace attaccamento alla vita, che brilla anche nei periodi storici meno fortunati. Si può credere nell’Uomo senza scadere nella vacuità di falsi ottimismi? Sì, se si parte dall’assunto che Bellezza e Bene sono mete a cui ci è dato di avvicinarci con aspra fatica e insieme. In tal senso il titolo, Sentieri, afferma il poeta Gianni Mazzei nella prefazione, è calzante in quanto l’opera vive di apertura e di luce, vive di movimento e inquietudini, come crescita però, non arbitrariamente distruttiva: la vecchia quercia sente il fluire di nuova vita, accetta altri germogli come innesti, ma senza la presunzione o il sogno d’infantile innocenza di essere sradicata per rinascere a verginale vita.