“Sentimenti irresponsabili” viaggia su due binari paralleli: sette opere d’arte e la prima raccolta di poesie scritte nello stesso periodo in cui l’artista-autore Stefano Pietrovecchio ha portato a termine il lavoro pittorico. Entrambi nascono dalla lettura di alcuni autori quali Bukowski, Ginsberg, Baudelaire, Rimbaud e la poetessa milanese Alda Merini; quest’ultima fonte infinita di ispirazione e indagine di quella che Stefano definisce una “condivisione del dolore”. Il continuo sentirsi in bilico, bordeline, in un mondo dove il Male e la follia giocano un ruolo duplice: condanna e salvezza ma solo se vissuti con la coscienza dell’artista. “Angoli di cielo” e “amore assoluto” sembrano rappresentare le unico uscite di sicurezza dalla visione kafkiana portata all’estremo dalle parole del poeta, a scapito di un rapporto da definirsi ormai fallimentare con Dio. Lo “stile semplice” dell’autore e l'uso frequente di rime rendono la lettura di queste poesie scorrevole e coinvolgente.