Metropolitana di Londra, una delle più grandi “metropoli italiane”, se è vero che ci vivono un quarto di milione di nostri connazionali. I passeggeri affrontano il loro viaggio interiore nell’underground della capitale britannica nell’indisponibilità di comunicazione con gli altri e, di conseguenza, senza “grazie” da dover scambiare con chicchessia. Come “senza grazie” – sans serif – è il carattere tipografico della London Underground, ideato ad hoc nel 1916. Un carattere privo di elementi che segnano i tratti terminali delle lettere, chiamati appunto “grazie”. Tratti terminali che – tout court – rimandano al carattere dei personaggi e delle storie di questo prezioso libro, davvero simbolici del periodo dis-grazia(to) che viviamo.
“Senza grazie profuma dei miasmi psichedelici del fumo di Londra; è una sorta di rappresentazione scenica, ma soprattutto sonora, di un’esperienza underground. Un’esperienza acre, rumorosa, stridente, maleodorante e commovente come una giornata nel down world, nel Mondo di Sotto”. (Leon Pantarei)
Questo libro è al centro del primo grande progetto di Bookshow nei teatri e nelle librerie di tutta Italia.
“Senza grazie profuma dei miasmi psichedelici del fumo di Londra; è una sorta di rappresentazione scenica, ma soprattutto sonora, di un’esperienza underground. Un’esperienza acre, rumorosa, stridente, maleodorante e commovente come una giornata nel down world, nel Mondo di Sotto”. (Leon Pantarei)
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