No, non è andato tutto bene. Il Coronavirus, che finora ha fatto più
di un milione di morti nel mondo, in Italia è arrivato a fari spenti e ha fatto breccia nel nostro sistema sanitario. Vittorio Agnoletto, medico, tra i più attenti osservatori della pandemia, in questo libro indaga con rigore le cause -remote e prossime- che hanno impedito alla sanità pubblica italiana di reggere all’onda d’urto del virus: l’impreparazione degli amministratori, il progressivo abbandono dell’assistenza territoriale e la privatizzazione della sanità. “Senza respiro” analizza e mette a confronto le modalità con le quali varie regioni italiane e i Paesi europei hanno reagito alla pandemia, approfondendo il caso della Lombardia, con la cronologia degli eventi e le drammatiche testimonianze, di medici, infermieri e parenti. Ma il libro non si limita a denunciare errori, ritardi, silenzi, ambiguità: propone anche un nuovo modello di sanità, pubblica, democratica, radicata nel territorio. L’intensa prefazione di Luiz Inácio Lula da Silva -presidente del Brasile 2003-2010- affratella in un unico grido le vittime del Coronavirus e quelle di altre odiose ingiustizie: “Vogliamo respirare!”. Con la collaborazione di Cora Ranci e Alice Finardi.
Vittorio Agnoletto è medico, specializzato in medicina del lavoro, insegna “Globalizzazione e Politiche della Salute” all’Università degli Studi di Milano, lavora come medico nelle commissioni per l’invalidità civile e conduce la trasmissione sulla salute “37e2” su Radio Popolare. È nel direttivo di Medicina Democratica e di Costituzione Beni Comuni. È stato fondatore e presidente della Lega Italiana per la Lotta contro l’Aids; ha lavorato sull’Aids in progetti nel Sud del mondo e nei Balcani. “Medico dell’anno” nel 1994 per “Stampa Medica”. Dal 2001 nel Consiglio Internazionale del Forum Sociale Mondiale. Nel luglio 2001 in occasione del G8, è stato portavoce del Genoa Social Forum. Parlamentare Europeo 2004-2009 nella Sinistra Europea. Autore di numerosi articoli scientifici su riviste italiane e internazionali. Ha scritto tra gli altri: “La società dell’Aids”, (Baldini & Castoldi); “L’eclisse della democrazia” con L. Guadagnucci, (Feltrinelli); “Aids. Lo scandalo del vaccino italiano” con C.Gnetti, (Feltrinelli); “Sanità in salute” con A.Braga, (Radio Popolare).
“Coloro che, come noi, cercano da tempo di costruire un mondo di opportunità uguali per tutti, in cui la vita, i diritti umani e l’ambiente siano valori reali e impossibili da spezzare, hanno di fronte una grande missione. In ogni angolo del mondo, nonostante l’isolamento vi è un grido che, credo, sarà sempre più impossibile tacitare, [...] come quelle di George Floyd:“Vogliamo respirare, vogliamo respirare, vogliamo respirare…”. Torneremo a farlo pienamente se sapremo aprire i nostri cuori, le nostre menti e le nostre orecchie, se sapremo riempire i polmoni di solidarietà e aprire la democrazia a nuove forme di partecipazione e azione politica che il secolo XXI esige da noi e rende possibile”. [...]
“Sono ottimista e credo che possiamo recuperare la capacità di respirare, in tutti i sensi, se agiremo in modo coordinato e cooperativo”.
di un milione di morti nel mondo, in Italia è arrivato a fari spenti e ha fatto breccia nel nostro sistema sanitario. Vittorio Agnoletto, medico, tra i più attenti osservatori della pandemia, in questo libro indaga con rigore le cause -remote e prossime- che hanno impedito alla sanità pubblica italiana di reggere all’onda d’urto del virus: l’impreparazione degli amministratori, il progressivo abbandono dell’assistenza territoriale e la privatizzazione della sanità. “Senza respiro” analizza e mette a confronto le modalità con le quali varie regioni italiane e i Paesi europei hanno reagito alla pandemia, approfondendo il caso della Lombardia, con la cronologia degli eventi e le drammatiche testimonianze, di medici, infermieri e parenti. Ma il libro non si limita a denunciare errori, ritardi, silenzi, ambiguità: propone anche un nuovo modello di sanità, pubblica, democratica, radicata nel territorio. L’intensa prefazione di Luiz Inácio Lula da Silva -presidente del Brasile 2003-2010- affratella in un unico grido le vittime del Coronavirus e quelle di altre odiose ingiustizie: “Vogliamo respirare!”. Con la collaborazione di Cora Ranci e Alice Finardi.
Vittorio Agnoletto è medico, specializzato in medicina del lavoro, insegna “Globalizzazione e Politiche della Salute” all’Università degli Studi di Milano, lavora come medico nelle commissioni per l’invalidità civile e conduce la trasmissione sulla salute “37e2” su Radio Popolare. È nel direttivo di Medicina Democratica e di Costituzione Beni Comuni. È stato fondatore e presidente della Lega Italiana per la Lotta contro l’Aids; ha lavorato sull’Aids in progetti nel Sud del mondo e nei Balcani. “Medico dell’anno” nel 1994 per “Stampa Medica”. Dal 2001 nel Consiglio Internazionale del Forum Sociale Mondiale. Nel luglio 2001 in occasione del G8, è stato portavoce del Genoa Social Forum. Parlamentare Europeo 2004-2009 nella Sinistra Europea. Autore di numerosi articoli scientifici su riviste italiane e internazionali. Ha scritto tra gli altri: “La società dell’Aids”, (Baldini & Castoldi); “L’eclisse della democrazia” con L. Guadagnucci, (Feltrinelli); “Aids. Lo scandalo del vaccino italiano” con C.Gnetti, (Feltrinelli); “Sanità in salute” con A.Braga, (Radio Popolare).
“Coloro che, come noi, cercano da tempo di costruire un mondo di opportunità uguali per tutti, in cui la vita, i diritti umani e l’ambiente siano valori reali e impossibili da spezzare, hanno di fronte una grande missione. In ogni angolo del mondo, nonostante l’isolamento vi è un grido che, credo, sarà sempre più impossibile tacitare, [...] come quelle di George Floyd:“Vogliamo respirare, vogliamo respirare, vogliamo respirare…”. Torneremo a farlo pienamente se sapremo aprire i nostri cuori, le nostre menti e le nostre orecchie, se sapremo riempire i polmoni di solidarietà e aprire la democrazia a nuove forme di partecipazione e azione politica che il secolo XXI esige da noi e rende possibile”. [...]
“Sono ottimista e credo che possiamo recuperare la capacità di respirare, in tutti i sensi, se agiremo in modo coordinato e cooperativo”.