Sette brevi saggi in forma di voce d’enciclopedia esplorano il complesso rapporto
che la scrittura di Gadda intrattiene con il vissuto (più o meno ‘profondo’) del
suo autore. La ben nota «vocazione autobiografica» (Gian Carlo Roscioni) gaddiana
viene indagata in questi scritti provando a metterne in rilievo gli aspetti meno
esposti, per sottolineare come la dimensione storico-esistenziale del soggetto
rappresenti la necessaria ‘motivazione’ di uno stile inconfondibile, e come dunque
non si dia mai grande ‘letteratura’ senza ‘vita’ che l’alimenti.
Dalle fantasticherie infantili sul Ducato di Sant’Aquila alle giovanili fughe idealizzanti
lontano da una famiglia e da un classe sociale odiosamate; dalla scrittura
semi-privata delle lettere (talora già pregna di umori e movenze caratteristici di
quella istituzionalmente letteraria) alla consacrazione ufficiale a scrittore ‘laureato’:
il ritratto in sette lemmi di uno scrittore unico nella nostra tradizione novecentesca,
il profilo di un autore che – come ha avuto modo di osservare Alberto
Arbasino – non ha «fatto scuola».
che la scrittura di Gadda intrattiene con il vissuto (più o meno ‘profondo’) del
suo autore. La ben nota «vocazione autobiografica» (Gian Carlo Roscioni) gaddiana
viene indagata in questi scritti provando a metterne in rilievo gli aspetti meno
esposti, per sottolineare come la dimensione storico-esistenziale del soggetto
rappresenti la necessaria ‘motivazione’ di uno stile inconfondibile, e come dunque
non si dia mai grande ‘letteratura’ senza ‘vita’ che l’alimenti.
Dalle fantasticherie infantili sul Ducato di Sant’Aquila alle giovanili fughe idealizzanti
lontano da una famiglia e da un classe sociale odiosamate; dalla scrittura
semi-privata delle lettere (talora già pregna di umori e movenze caratteristici di
quella istituzionalmente letteraria) alla consacrazione ufficiale a scrittore ‘laureato’:
il ritratto in sette lemmi di uno scrittore unico nella nostra tradizione novecentesca,
il profilo di un autore che – come ha avuto modo di osservare Alberto
Arbasino – non ha «fatto scuola».