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“La bellezza ci può trafiggere come un dolore”, disse Thomas Mann, e Luciana Vagge Saccorotti ne è convinta, tenendo tra le mani oggetti meravigliosi creati con zanne di tricheco dalle popolazioni che ci presenta in questo libro e che vivono negli sterminati spazi siberiani. Leggendo, ci soffermiamo curiosi sulle acque nordiche dove nuota, ridendosene bellamente del gelo, il beluga dalla bianca livrea e dal grosso “melone” adiposo sulla fronte. O sul bianco tappeto della tundra dove pernici candide, come la buona porcellana, con gli occhietti scuri ci guardano curiose. L'autrice ci parla della…mehr

Produktbeschreibung
“La bellezza ci può trafiggere come un dolore”, disse Thomas Mann, e Luciana Vagge Saccorotti ne è convinta, tenendo tra le mani oggetti meravigliosi creati con zanne di tricheco dalle popolazioni che ci presenta in questo libro e che vivono negli sterminati spazi siberiani. Leggendo, ci soffermiamo curiosi sulle acque nordiche dove nuota, ridendosene bellamente del gelo, il beluga dalla bianca livrea e dal grosso “melone” adiposo sulla fronte. O sul bianco tappeto della tundra dove pernici candide, come la buona porcellana, con gli occhietti scuri ci guardano curiose.
L'autrice ci parla della storia attuale e delle antiche leggende di quei popoli aiutata da un mitico personaggio che scende dal cielo sulla terra, entra nella tenda coperta di neve, si acquatta, guarda, ascolta, e poi riferisce, a chi sa ascoltare la voce della tradizione, che essa non serve a conservare le ceneri ma a mantenere viva la fiamma.