Leggere le poesie di Olga Rita Rovai significa ripercorrere con lei un viaggio intimo, ma al tempo stesso collettivo, che lascia un solco profondo nel cuore di ognuno. La Poetessa, spiaggiata come le onde del mare o come un tronco sventrato, vive in un tempo sospeso, in cui il Covid, il grande antagonista dell'uomo in ogni angolo del mondo, provoca sofferenze e morti. Nelle giornate grigie, in una cronaca sempre uguale, priva di tutto quello che ha caratterizzato la sua vita, lo stato d'animo oscilla lento come una gondola tra i fossi, consapevole che non può fuggire, può solo ripetere a se stesso che è vivo… ancora. Intanto fuori la natura prosegue sorprendentemente il suo corso, ride al sole la collina, vive di vita propria e nel tempo che si dilata è possibile stupirsi dell'esplosione di una prematura primavera e della diversità delle piante ciascuna uguale/ ciascuna diversa/ come l'uomo. In questo periodo di vita ferma la memoria e i sogni diventano importanti, insieme al desiderio di ridisegnare quello che faceva parte del passato! Una rivoluzione al contrario, la definisce la Poetessa e con ragione. È sempre durante un conflitto che si progetta la società che verrà. Così è accaduto nella Seconda guerra mondiale con la successiva ricostruzione, la speranza di migliorare… ma oggi succederà ancora? La Poetessa lo chiede al lettore nell'intento di coinvolgerlo in una ricerca fattiva e sincera. (dalla prefazione di Maria Teresa Landi)
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