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Un piccolo trattato, necessario prima che prezioso, contro la guerra, la stupidità, la ferocia: questo di Federica Mormando. Ed è anzitutto diretto alla scuola, tenuta in conto la costante attenzione rivolta dalla studiosa della psiche e dalla docente a quel mondo, brulicante di attese e di crescite, il primo da istruire, da preparare a una diversa esistenza, a una nuova misura dell’umano. In queste pagine fitte di notazioni e di rinvii più che autorevoli la Mormando traversa le storie contrapponendo a una visione primitiva e binaria – quella che a tutt’oggi e quotidianamente, e in tutti i…mehr

Produktbeschreibung
Un piccolo trattato, necessario prima che prezioso, contro la guerra, la stupidità, la ferocia: questo di Federica Mormando. Ed è anzitutto diretto alla scuola, tenuta in conto la costante attenzione rivolta dalla studiosa della psiche e dalla docente a quel mondo, brulicante di attese e di crescite, il primo da istruire, da preparare a una diversa esistenza, a una nuova misura dell’umano. In queste pagine fitte di notazioni e di rinvii più che autorevoli la Mormando traversa le storie contrapponendo a una visione primitiva e binaria – quella che a tutt’oggi e quotidianamente, e in tutti i continenti, porta a rovine, sciagure, massacri, torture, censure, e che si fonda sulla contrapposizione di bene e male, di dominio e di servitù – la visione della mente aperta che nega il potere distruttivo, tende alla vera uguaglianza, alla piena libertà, al rispetto di ogni essere vivente. E chiama dalla sua parte Einstein e Freud che, in anni lontani, si chiedevano con quali modi e mezzi si poteva “liberare gli uomini dalla fatalità della guerra”; e dal Cristo al Buddha, da Agostino a Ida Magli, dà vigore e valore alla fede nella ragione e nella pace. Vigore e valore che vengono anche dalle puntuali e terribili memorie, che le storie ci tramandano. Così l’eroe, imposto per millenni come tale in virtù delle sue conquiste, e dunque degli scannamenti, delle città distrutte, delle popolazioni cancellate, ci si presenta invece come uno che nega la vita e le persone.
(dalla prefazione di Elio Pecora)