Come la definisce Enrico Raggi, in SOFIA GUBAIDULINA/la compositrice russa che non mise l’arte al servizio dello stato: “[…] Unica donna tra i compositori, libera pensatrice nei labirinti della nomenclatura sovietica. […] Una vita in battaglia. Eterna fanciulla, Musa primaverile che non risponde alle leggi di gravità. Figura da Grecia antica: che ricerca la dimensione mitica, che trasfigura le cose nel loro simbolo. Volto tondo schiacciato ai poli, lunghe dita, casco di capelli dotati di vita propria, guance cadenti, occhi scavati e vispi.[…]”