Come annota Cosimo Scarpello nell’introduzione all'esordio letterario di Anastasia Screti (Mesagne, 1992), nelle pagine di «Sognare l’infinito» il lettore troverà pensieri, inquietudini, sogni, incubi, tensioni, speranze e illusioni, lucidamente descritti con la tecnica del flusso di coscienza, per aprire uno squarcio nell’inconscio della protagonista e offrirci una chiave di lettura del suo vissuto. Un bisogno incalzante di condividere con gli altri il proprio mondo interiore, caratterizzato da un perenne contrasto tra la necessità di fluttuare nell’ignoto e l’esigenza di un immediato ritorno alla razionalità. Le vicissitudini personali sono la molla scatenante di un turbinio di emozioni lungo un tormentato percorso di vita, punteggiato da scelte impulsive dettate da un desiderio di evadere dalla realtà della vita quotidiana, fino alla decisione ponderata di abbracciare gli studi filosofici e al conseguimento della laurea. Il libro di Anastasia è un invito all’emozione, all’introspezione, all’irrazionale e alla ragione. Un invito alla vita in tutte le sue declinazioni. Una voce nuova, ironica, diretta: «Sarò anche analfabeta sentimentale/Ma molti di voi sono analfabeti e basta».