Il saggio intende affrontare il cambiamento degli equilibri mondiali al punto che Paesi ricchi nel giro di pochi anni sperimentano la povertà mentre Paesi che si credevano solo "emergenti" diventano rapidamente leader. Questo confronto vede coinvolti in prima battuta i Paesi alleati di una o dell'altra potenza e che può avere una sua rappresentazione nella vera e propria battaglia industriale nel settore dell'energia solare. Come invertire questo trend? Come arginare la depressione ormai evidente in molti Paesi un tempo sviluppati? Non è ancora possibile dare una risposta a questo interrogativo in quanto sono in gioco troppi interessi economici: la progressiva crescita economica della Cina che tende a mettere in crisi la potenza americana, le prossime elezioni americane che vedono impegnato il presidente Obama che aveva pensato alla conversione ecologica dell'energia e lo aveva chiamato il Green New Deal, ma è stato troppo debole di fronte alla potenza delle oligarchie finanziarie e petrolifere, cresciute a dismisura proprio con la delocalizzazione delle industrie in Oriente. Il risultato della delocalizzazione ha avuto effetti sociali ancora più devastanti per l'Occidente della sola perdita di alcuni posti di lavoro: la chiusura delle fabbriche e la trasformazioni degli industriali in finanzieri ha ucciso l'equilibrio sociale aumentando a dismisura la distanza fra "ricchi e poveri". Allo stesso tempo ha ucciso i sogni dei giovani che sono stati privati degli "ascensori sociali" che erano rappresentati proprio dalle carriere "per merito" che si potevano fare all'interno delle fabbriche, ma, nonostante questo, è proprio nelle nuove generazioni che il libro intravede una speranza. In questo tono ottimista verso il futuro un ruolo importante lo riveste l'auto elettrica che può essere anche una risposta alla crisi energetica, oltre ad attirare notevoli investimenti finanziari. Infine merita riportare la parte finale delle conclusioni del libro che ci vede coinvolti in prima persona "E noi europei, e italiani, cosa possiamo fare? Qual è il nostro ruolo? Ora che la recessione è ormai conclamata e non possiamo più mentire a noi stessi, dobbiamo tornare a sognare. Capire quali sono le opportunità e buttarci. Non abbiamo più nulla da perdere. Il destino è solo nelle nostre mani. Non dobbiamo e non possiamo abbandonare quel che resta del nostro tessuto industriale e dobbiamo elaborare una visione nel medio periodo".