Sono pochi i gesti che bastano alla parola di Costanza Canali per dissipare il buio che sta attorno o per nuotarvici senza paura. Sembra che la ricerca abbia a che fare con il ritrovamento: il ritrovamento di un qualcosa che è precedente, sotterrato. Con il coraggio di addentrarsi in «un vuoto / oscuro / abisso / che non si riempie», Canali non scrive ciò che ha capito ma capisce scrivendo. Così la sua poesia è sempre un manufatto vivo, bruciante, essenziale come la lama di un pugnale sconosciuto.