Liriche intense sebbene dalla cadenza mai violenta, che sprigionano un petricore di amarezza dalle rocce talvolta spigolose dell’esistenza. Si canta di un tempo che chiede attenzione alla rimembranza, un inverno di spirito ancora più che di terra e di cielo, che una natura composta altro non fa che riflettere nei propri lineamenti, ora gentili e ora più aspri.
Di pagina in pagina, cresce una poesia che si addentra nelle pieghe di un animo dolce, che sa raccontare di un distacco e del senso di vuoto che per chi resta si fa ricolmante. Toni di crepuscolo salgono a tingere versi limpidi e a lambire le istanze più intime di un animo sensibile che il dolore di un abbandono appare in grado di piegare.
Il mondo, col rumore del suo inarrestabile divenire, si mostra per qualche attimo bloccato e distante, quando sotto gli occhi del poeta giunge un dettaglio fugace, e va a dischiudere una nostalgia che riverbera nel profondo.
Eppure, non ci si rassegna mai davvero alla mera disperazione, neanche quando più forti le ombre sembrano mordere il ricordo, quando ogni giorno nuovo deve fare conti amari con quelli che sfumano nel passato della memoria, e le notti sono più lunghe e più oscure, di un buio che sembra farsi indistinto da quello che invade il cuore e che riconosce una eco nel tramonto.
Quella stessa memoria che prima nutre il dolore sarà il filo che con più forza terrà saldo, oltre ogni solitudine, il legame di un affetto inscindibile.
Di pagina in pagina, cresce una poesia che si addentra nelle pieghe di un animo dolce, che sa raccontare di un distacco e del senso di vuoto che per chi resta si fa ricolmante. Toni di crepuscolo salgono a tingere versi limpidi e a lambire le istanze più intime di un animo sensibile che il dolore di un abbandono appare in grado di piegare.
Il mondo, col rumore del suo inarrestabile divenire, si mostra per qualche attimo bloccato e distante, quando sotto gli occhi del poeta giunge un dettaglio fugace, e va a dischiudere una nostalgia che riverbera nel profondo.
Eppure, non ci si rassegna mai davvero alla mera disperazione, neanche quando più forti le ombre sembrano mordere il ricordo, quando ogni giorno nuovo deve fare conti amari con quelli che sfumano nel passato della memoria, e le notti sono più lunghe e più oscure, di un buio che sembra farsi indistinto da quello che invade il cuore e che riconosce una eco nel tramonto.
Quella stessa memoria che prima nutre il dolore sarà il filo che con più forza terrà saldo, oltre ogni solitudine, il legame di un affetto inscindibile.