Ho letto questo libro in un lampo perché trasmette delle sensazioni profonde e le pagine scorrono via che è un piacere. (Angelo Peruzzi)
José Henrique è un calciatore portoghese con una carriera insolita. Da vero enfant prodige, para un calcio di rigore a un Rui Costa bambino, ma la sua vera occasione arriva a 42 anni, da terzo portiere di una grande squadra: il Benfica. Costretto dagli infortuni dei compagni, si alza dalla panchina e gioca titolare. Grazie a lui la squadra arriverà al traguardo più ambito: vince la Coppa dei Campioni. Poi si ritira e dietro le luci della ribalta il buio lo inghiotte. Perde tutto: la moglie, i soldi, le sue proprietà e la fama, fino al punto di trovarsi con una pistola in mano, a cercare la vendetta personale dopo aver sbrogliato un enigma degno di un thriller. Chi ha incastrato José Henrique, numero 1 del Benfica?
Quella che John Doe ci regala non è solo la storia di José Henrique, “numero uno” del Benfica, ma è anche e soprattutto la vicenda di un numero “primo”, quindi indivisibile, come avesse la solitudine nella sua stessa natura e come se, al tempo stesso, già contenesse tutti gli altri. (Dario Ricci)
José Henrique è un calciatore portoghese con una carriera insolita. Da vero enfant prodige, para un calcio di rigore a un Rui Costa bambino, ma la sua vera occasione arriva a 42 anni, da terzo portiere di una grande squadra: il Benfica. Costretto dagli infortuni dei compagni, si alza dalla panchina e gioca titolare. Grazie a lui la squadra arriverà al traguardo più ambito: vince la Coppa dei Campioni. Poi si ritira e dietro le luci della ribalta il buio lo inghiotte. Perde tutto: la moglie, i soldi, le sue proprietà e la fama, fino al punto di trovarsi con una pistola in mano, a cercare la vendetta personale dopo aver sbrogliato un enigma degno di un thriller. Chi ha incastrato José Henrique, numero 1 del Benfica?
Quella che John Doe ci regala non è solo la storia di José Henrique, “numero uno” del Benfica, ma è anche e soprattutto la vicenda di un numero “primo”, quindi indivisibile, come avesse la solitudine nella sua stessa natura e come se, al tempo stesso, già contenesse tutti gli altri. (Dario Ricci)