Poesia aggressiva e violenta, e nello stesso tempo infinitamente dolce, emozionante al punto da suscitare fisicamente, e non solo metaforicamente, i brividi. Bellissimo esempio di come Mario Campanino riesca con autentico senso poetico a toccare più corde, sullo sfondo di una protesta civile che fa apparire quanto crudeli siano i tempi nostri e gli uomini che ne reggono le sorti. I bimbi i cui volti traspaiono attraverso i fiori, i profumi, le goccioline di pioggia all’incontrario, e poi la conta cieca e inesorabile a cui fa da eco la ripetizione tragica “bambino morto”: io credo che chiunque legga questa poesia non possa che condividere l’emozione, letteraria ed umana, da cui essa è attraversata (Giovanni Piana).