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Pietro Aretino scrisse i Sonetti lussuriosi nel 1526 come illustrazione alle incisioni erotiche di Raimondi, per questo lavoro subì un attentato e dovette fuggire da Roma. L'esigenza di essere costantemente presente, di annullare ogni momento di pausa e di vuoto, è all'origine della molteplice attività dell'autore, della sua sperimentazione continua, della sua varietà di registro. Questa è anche la natura specifica della sua poetica che contrappone alle prescrizioni delle scuole e alle norme di equilibrio e di misura, proprie del classicismo, una concezione della poesia come "capriccio" e…mehr

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Produktbeschreibung
Pietro Aretino scrisse i Sonetti lussuriosi nel 1526 come illustrazione alle incisioni erotiche di Raimondi, per questo lavoro subì un attentato e dovette fuggire da Roma. L'esigenza di essere costantemente presente, di annullare ogni momento di pausa e di vuoto, è all'origine della molteplice attività dell'autore, della sua sperimentazione continua, della sua varietà di registro. Questa è anche la natura specifica della sua poetica che contrappone alle prescrizioni delle scuole e alle norme di equilibrio e di misura, proprie del classicismo, una concezione della poesia come "capriccio" e dell'ispirazione come "furore", con cui viene esaltato il primato della natura e della sua imprevedibilità rispetto alla fissità dei canoni estetici. Condannato come autore osceno fino all'ottocento, fu costretto ad una valutazione riduttiva e ad una circolazione clandestina dei suoi scritti; la critica più recente ne ha rivalutato l'opera evidenziandone la complessità estetica.

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Autorenporträt
Nato ad Arezzo nel 1492, Pietro Aretino non si denominò mai col suo patronimico ma sempre col nome della sua città. Della sua infanzia quasi nulla è noto, ma si sa che nell'adolescenza visse e a Perugia sia per frequentare l'università sia per studiare pittura, e come pittore si firmò per qualche tempo. Nel 1517 fu a Roma, alla corte di Leone X; qui assistette al conclave del 1522, in occasione del quale compose delle pasquinate, ovvero dei poemetti satirici. Con l'ascesa al soglio pontificio del fiammingo Adriano VI (o, come lo chiamò l'Aretino, "la tedesca tigna") prese a viaggiare per la penisola e lavorò a Mantova, al servizio di Giovanni dalle Bande Nere. Tornò a Roma nel '23 e, sotto papa Clemente VII, riacquistò notorietà e benevolenza popolare. In questo periodo compone i Sonetti Lussuriosi, ispiratigli dalle tavole pornografiche di M. A. Raimondi sui disegni di Giulio Romano, e scrisse la Cortigiana. Ma l'invidia e la malevolenza del datario pontificio, mons. Giberti, interruppero questo periodo felice: alla fine del luglio 1525 viene accoltellato da un sicario del monsignore. L'Aretino lasciò così Roma e, dal 25 marzo 1527, si trasferì a Venezia, la città anticortigiana per eccellenza, l'unica, a detta di lui, totalmente opposta a Roma, sede di tutti i vizi. Qui scrisse e diede alle stampe la maggior parte delle sue opere e qui morì, probabilmente di apoplessia, il 21 ottobre 1556.