Se io stesso dovessi definire bene il mio libro, avrei non poche difficoltà a farlo, non essendo propriamente né un romanzo, né un libro comico, né altro di preciso. Forse il concetto più vicino è quello di autobiografia, in cui le tappe della mia vita fanno però solo da filo conduttore della trama, su cui poi si inseriscono episodi, non necessariamente reali, spesso dipinti in toni grotteschi e surreali.
La caricatura della realtà, l’ironia anche sui più banali episodi quotidiani, il nonsense, sono alcune delle caratteristiche principali del libro.
L’altra, sicuramente, è il gioco di parole, il calembour, la ricerca continua dei significati diversi di una parola, che inserita in contesti diversi può variare tanto nel suo significato.
Ecco, se allora voglio riassumere in poche parole questo mio libro scritto per gioco, come piccola sfida personale, la definirei semplicemente una surreale autobiografia di giochi di parole.
La caricatura della realtà, l’ironia anche sui più banali episodi quotidiani, il nonsense, sono alcune delle caratteristiche principali del libro.
L’altra, sicuramente, è il gioco di parole, il calembour, la ricerca continua dei significati diversi di una parola, che inserita in contesti diversi può variare tanto nel suo significato.
Ecco, se allora voglio riassumere in poche parole questo mio libro scritto per gioco, come piccola sfida personale, la definirei semplicemente una surreale autobiografia di giochi di parole.