Figlia di socialisti, zia Pinetta è nata con i primi scoppi delregime fascista ed è cresciuta nel tempestoso periodo delprimo dopoguerra, fra le tribolazioni del quotidiano viverecontadino, nell’incubo continuo dell’avanzare inesorabiledi una dittatura che tappa le bocche di suo padre e dellasua famiglia.Sposata con un fascista puro che non volta la faccia al suoduce nell’ora del tramonto e che, convinto fino in fondodella sua idea, va coscientemente incontro al suo destino,vive con tormento i rancori della sua gente, il sospettoe il malanimo, ma ne apprezza anche la complicità e lasolidarietà nella disgrazia.Questa storia è il lungo racconto di una donna ormaiultraottantenne che sente prossima la fine e affida allanipote le sue memorie, in un dialogo acceso e incalzante.Il tempo andato risorge e si srotola in un carosello dianimate battute e diviene racconto, favola vera e Storia.La narrazione è supportata da una ricca ricerca storicalocale che spazia dagli avvenimenti di un piccolo borgodi campagna, al comune e alla provincia circostanti. Ècosì che, dall’avvicendamento della piccola Storia, quelladelle mediocri esistenze degli umili, emerge lampante eviolento il nocciolo della questione della grande Storia.
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