L’autore esplora in questo testo il formarsi storico della categoria teologico-politica della ‘sovranità’ negli autori cristiani dei primi secoli, prediligendo coloro che più di altri si sono interrogati sul potere, la regalità, la Chiesa e lo Stato alla luce della rivelazione cristiana (tra cui San Paolo, Tertulliano, Basilio Magno, Ambrogio e Agostino).Fu infatti proprio nel remoto “tardo antico” che la teologia cristiana si innestò sulla civiltà gius-pubblicistica romana, nell’inedita combinazione dei due principali pilastri della civiltà politico-giuridica dell’occidente medievale. Ed è qui, più che nelle compiute elaborazioni del basso Medioevo, che si può cogliere l’originario e originale connubio tra dottrine teologiche cristiane e diritto pubblico romano, nonché la formazione ancora embrionale della riflessione cristiana sulle origini e la natura del potere e della sovranità politica organizzata.Resta tuttavia difficile stabilire se questo sia già il concetto della moderna sovranità. E non è ambizione di questo lavoro formulare una soluzione, neppure provvisoria, del problema. L’intento è piuttosto quello di offrire, da un lato, una panoramica selezionata delle idee di potere sorte in ambito cristiano (latino e greco) in quei remoti secoli, e di proporre, dall’altro, talune nuove interpretazioni di quelle idee in relazione alla realtà politico-istituzionale dell’epoca, così da cogliere, in qualche modo “in presa diretta”, l’originalità dell’innesto teologico del cristianesimo sul potere giuridico romano.Il saggio di Petrosillo si basa su fonti già edite, qui accuratamente studiate nei loro contenuti storici, filologici, giuridici e teologico-politici ed è completato da una ricca ed esaustiva bibliografia.