Lo Spaccio de la bestia trionfante è uno dei sei dialoghi italiani scritti da Giordano Bruno. L'opera, pubblicata a Londra nel 1584, è scritta in forma di dialogo allegorico. Le bestie trionfanti sono i segni delle costellazioni celesti, rappresentate da animali: occorre «spacciarle», cacciarle dal cielo in quanto rappresentanti vecchi vizi che è tempo di sostituire con moderne virtù e costellazioni, occorre un nuovo cielo ed una nuova serie di valori cui l'uomo moderno possa e debba fare riferimento.
La prima parte del primo dialogo vede Sofia e Saulino discorrere sull'avvicendarsi degli eventi nel mondo, la «vicissitudine». La mutazione della materia è uno dei punti principali del pensiero di Bruno: tutto nell'universo è in continuo cambiamento e rientra nella natura delle cose il passare da un estremo all'altro, procedere cioè «per contrarii». Per cui, conclude Sofia, la verità quanto più viene sommersa nel tempo tanto più poi si innalzerà. Bruno fa rientrare la riforma voluta da Giove, e quindi la restaurazione dei valori, nella ordinarietà della vicissitudine universale. Nella seconda parte trova posto l'"Orazione di Giove", il discorso che questi pronuncia al collegio divino da lui stesso convocato. Il padre degli dèi è sconfortato perché le leggi che egli ha inviato agli uomini sono state usurpate da «indegnissime poltronarie», e lo stesso cielo ne dà testimonianza con il disordine delle costellazioni.Nella terza parte l'esposizione prosegue col dialogo tra Sofia e il messagero degli dèi, Mercurio: è stato deciso che nel posto occupato dalle costellazioni dell'Orsa Minore, del Drago, di Cefeo, dell'Artofilace e in quello accanto alla Corona vengano a situarsi rispettivamente le virtù Verità, Prudenza, Sofia, Legge e Giudizio, ciascuna con le sue ancelle; scompaiono così la Falsità, la Casualità, l'Ignoranza, la Prevaricazione, l'Iniquità, e con queste anche le tante «ministre», come la stolta fede, l'ipocrisia, l'eccesso e la vendetta.
La prima parte del primo dialogo vede Sofia e Saulino discorrere sull'avvicendarsi degli eventi nel mondo, la «vicissitudine». La mutazione della materia è uno dei punti principali del pensiero di Bruno: tutto nell'universo è in continuo cambiamento e rientra nella natura delle cose il passare da un estremo all'altro, procedere cioè «per contrarii». Per cui, conclude Sofia, la verità quanto più viene sommersa nel tempo tanto più poi si innalzerà. Bruno fa rientrare la riforma voluta da Giove, e quindi la restaurazione dei valori, nella ordinarietà della vicissitudine universale. Nella seconda parte trova posto l'"Orazione di Giove", il discorso che questi pronuncia al collegio divino da lui stesso convocato. Il padre degli dèi è sconfortato perché le leggi che egli ha inviato agli uomini sono state usurpate da «indegnissime poltronarie», e lo stesso cielo ne dà testimonianza con il disordine delle costellazioni.Nella terza parte l'esposizione prosegue col dialogo tra Sofia e il messagero degli dèi, Mercurio: è stato deciso che nel posto occupato dalle costellazioni dell'Orsa Minore, del Drago, di Cefeo, dell'Artofilace e in quello accanto alla Corona vengano a situarsi rispettivamente le virtù Verità, Prudenza, Sofia, Legge e Giudizio, ciascuna con le sue ancelle; scompaiono così la Falsità, la Casualità, l'Ignoranza, la Prevaricazione, l'Iniquità, e con queste anche le tante «ministre», come la stolta fede, l'ipocrisia, l'eccesso e la vendetta.