"Spasimo" di Federico de Roberto inizia con il suicidio, od almeno presunto suicidio, nella sua villa vicina a Losanna della contessa d'Arda, amante del principe Zakunine. Quest'ultimo era un rivoluzionario russo condannato a morte nel suo paese, espulso da quasi tutti gli Stati d'Europa e ultimamente rifugiatosi nel territorio della Confederazione Svizzera.
Ma Francesco Ferpierre, giudice d'istruzione presso il Tribunale cantonale di Losanna, vede nel principe Alessio Zakunine un individuo equivoco anche dal punto di vista morale. Il rivoluzionario, infatti, non si negava piaceri ed amanti.
La contessa d'Arda si sarà suicidata, oppure è stata uccisa, e se è stata uccisa, da chi? Dal principe Zakunine? Da un'amante del principe? Da uno spasimante deluso della contessa? Il giudice Francesco Ferpierre si addentra con le immagini in questo momdo di intrighi e segreti.
Federico de Roberto (1861 – 1927) è nato a Napoli nel 1861, si stabilì a Catania dove conobbe Verga e Capuana e si dedicò al giornalismo e alla letteratura, con un periodo trascorso a Milano, dove collaborò con il “Corriere della Sera”. L’elenco delle sue opere è molto lungo e comincia con una raccolta di saggi critici nel 1883. Nel 1887 pubblica la prima raccolta di novelle, La sorte, che risente del modello verghiano e che viene criticato per l’eccessiva crudezza veristica.
Il suo capolavoro, I Viceré, comparve nel 1894. Frustato dall’insuccesso, smise di scrivere romanzi e si dedicò alla critica e alla saggistica.
Ma Francesco Ferpierre, giudice d'istruzione presso il Tribunale cantonale di Losanna, vede nel principe Alessio Zakunine un individuo equivoco anche dal punto di vista morale. Il rivoluzionario, infatti, non si negava piaceri ed amanti.
La contessa d'Arda si sarà suicidata, oppure è stata uccisa, e se è stata uccisa, da chi? Dal principe Zakunine? Da un'amante del principe? Da uno spasimante deluso della contessa? Il giudice Francesco Ferpierre si addentra con le immagini in questo momdo di intrighi e segreti.
Federico de Roberto (1861 – 1927) è nato a Napoli nel 1861, si stabilì a Catania dove conobbe Verga e Capuana e si dedicò al giornalismo e alla letteratura, con un periodo trascorso a Milano, dove collaborò con il “Corriere della Sera”. L’elenco delle sue opere è molto lungo e comincia con una raccolta di saggi critici nel 1883. Nel 1887 pubblica la prima raccolta di novelle, La sorte, che risente del modello verghiano e che viene criticato per l’eccessiva crudezza veristica.
Il suo capolavoro, I Viceré, comparve nel 1894. Frustato dall’insuccesso, smise di scrivere romanzi e si dedicò alla critica e alla saggistica.