Senza mai assumere toni e atteggiamenti da moralista, ma limitandosi a raccontare con esposizione efficace e neutra gli avvenimenti, la Pramauro ricostruisce uno splendido affresco della gioventù italiana che frequenta la scuola dell’obbligo: le loro ansie di divenire adulti, di fare avventura, ribellarsi ai genitori, studiare il meno possibile, divertirsi in ogni occasione, sognare l’amore, meditare la fuga da casa, impratichirsi il più possibile del sesso e dei suoi corollari, divorarsi cannibalmente fra di loro, stringere patti e alleanze di mutua assistenza. Essi agiscono a specchio e in antagonismo al mondo degli adulti, rappresentati principalmente dai “prof”: una categoria cinica di pressapochisti, frustrati e vessatori degli alunni, corrosi da piccole invidie e da grandi gelosie, ma anche divorati da amori e da sogni segreti, grazie ai quali rinnovano la continua forza di resistere e di riproporsi ad ogni inizio di anno scolastico.