Storico - racconto lungo (54 pagine) - Mosca, aprile 1930. Non tutti sono sicuri che Majakovskij si sia davvero suicidato. Forse, per qualcuno, il poeta è stato ucciso. Ma da chi? E perché?
Il 14 aprile 1930, a Mosca, Vladimir Vladimirovich Majakovskij si uccide con un colpo di pistola al cuore nel suo studio al passaggio Lubjanskij.
“Suicidio per motivi privati”, concludono presto le indagini ufficiali.
Ma Majakovskij non è un uomo qualunque. È un protagonista della scena culturale sovietica, un gigante e un guascone che anima teatri e circoli letterari, poeta appassionato, drammaturgo, attore, la voce più forte delle Rivoluzione d’Ottobre.
Un personaggio che, parafrasando il poeta Demian Bednij, “non poteva nemmeno morire senza fare casino”.
Perché fra le chiacchiere e i pettegolezzi dell’ambiente letterario circola, fra le tante, anche l’idea che non si sia trattato di un suicidio.
In una Mosca in cui Josif Stalin sta ancora scaldando i muscoli, Boris Pasternak e il regista Sergej Ejzenshtein, cercheranno le risposte, in un’indagine che si rivelerà più spinosa del previsto.
Riusciranno solo ad aggiungere ombre alle ombre, e a comprendere che chi costruisce la Storia ha voce più forte della verità.
Marzia Musneci è nata a Roma e vive ai Castelli Romani. Giallista, pubblica per i Gialli Mondadori (Doppia indagine, Premio Tedeschi 2011; Lune di sangue, Premio letterario Città di Ciampino 2013; i racconti Mary a novembre su Giallo24 (2013); Zeno Malerba, fotografo (Giallo Mondadori, luglio 2014); Il terzo testimone in Delitti in giallo (Giallo Mondadori, agosto 2015). Per Delos Digital pubblica i gialli storici Idi di agosto e Idi di febbraio, racconti lunghi. Il racconto Cinque passi dal cespuglio è nell’antologia Romani per sempre, dicembre 2015, Edizioni della Sera.
Quando nessuno guarda, scrive haiku. Vince il Premio internazionale di haiku indetto da Cascina Macondo nel 2013, ed è presente nelle raccolte Hanami (Inverno, Autunno, Primavera) edite da Edizioni della sera.
Il 14 aprile 1930, a Mosca, Vladimir Vladimirovich Majakovskij si uccide con un colpo di pistola al cuore nel suo studio al passaggio Lubjanskij.
“Suicidio per motivi privati”, concludono presto le indagini ufficiali.
Ma Majakovskij non è un uomo qualunque. È un protagonista della scena culturale sovietica, un gigante e un guascone che anima teatri e circoli letterari, poeta appassionato, drammaturgo, attore, la voce più forte delle Rivoluzione d’Ottobre.
Un personaggio che, parafrasando il poeta Demian Bednij, “non poteva nemmeno morire senza fare casino”.
Perché fra le chiacchiere e i pettegolezzi dell’ambiente letterario circola, fra le tante, anche l’idea che non si sia trattato di un suicidio.
In una Mosca in cui Josif Stalin sta ancora scaldando i muscoli, Boris Pasternak e il regista Sergej Ejzenshtein, cercheranno le risposte, in un’indagine che si rivelerà più spinosa del previsto.
Riusciranno solo ad aggiungere ombre alle ombre, e a comprendere che chi costruisce la Storia ha voce più forte della verità.
Marzia Musneci è nata a Roma e vive ai Castelli Romani. Giallista, pubblica per i Gialli Mondadori (Doppia indagine, Premio Tedeschi 2011; Lune di sangue, Premio letterario Città di Ciampino 2013; i racconti Mary a novembre su Giallo24 (2013); Zeno Malerba, fotografo (Giallo Mondadori, luglio 2014); Il terzo testimone in Delitti in giallo (Giallo Mondadori, agosto 2015). Per Delos Digital pubblica i gialli storici Idi di agosto e Idi di febbraio, racconti lunghi. Il racconto Cinque passi dal cespuglio è nell’antologia Romani per sempre, dicembre 2015, Edizioni della Sera.
Quando nessuno guarda, scrive haiku. Vince il Premio internazionale di haiku indetto da Cascina Macondo nel 2013, ed è presente nelle raccolte Hanami (Inverno, Autunno, Primavera) edite da Edizioni della sera.