S'andava per pochi minuti, coperti di plastiche, a vedere come stava. A spiare se c'era qualche reazione, magari una lacrima; s'andava a raccontarle della bambina che lei aveva messo al mondo sei giorni prima di sprofondare nel coma; o di Skipper, il nostro collie. E a volte qualcosa succedeva: stringeva forte il ciuccio della figlia che le mettevamo in mano o cercava di sollevare la testa al suono dell'abbaiare registrato. Il giorno prima questo non lo faceva.