I due secoli presi qui in esame hanno visto fiorire talenti musicali di cui andar fieri: le scuole che li hanno formati sono i Conservatori di Musica. Le testimonianze riportate documentano i profondi limiti che i suoi stessi protagonisti lamentavano e fanno sospettare che a valle di queste istituzioni le cose non andassero meglio. Delfrati mette in evidenza il rapporto tra la formazione musicale e gli eventi più generali della nostra vita sociale e politica, degli anni dell’Unità e dei due dopoguerra, senza occultare quel nesso stretto che, nel legare logica dell’istruzione musicale e ideologia del fascismo, continua a riverberarsi sulla scuola anche nella seconda metà del secolo scorso.