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Dall’“Onorata società” a Cosa nostra, la ricostruzione critica di uno dei più inquietanti fenomeni del nostro tempo
Di mafie al mondo ce ne sono molte, ma è quella siciliana la mafia storica e la madre di tutte le altre. Per secoli ha alimentato la “Sicilia politica”; dopo l’unificazione nazionale è diventata parte integrante delle vicende del potere in Italia; dall’età dei padrini a quella dei boss, ha via via assunto rilievo internazionale intrecciandosi con le sorti del peggiore affarismo; infine si è addirittura innervata nelle più segrete e inquietanti operazioni “strategiche”…mehr

Produktbeschreibung
Dall’“Onorata società” a Cosa nostra, la ricostruzione critica di uno dei più inquietanti fenomeni del nostro tempo

Di mafie al mondo ce ne sono molte, ma è quella siciliana la mafia storica e la madre di tutte le altre. Per secoli ha alimentato la “Sicilia politica”; dopo l’unificazione nazionale è diventata parte integrante delle vicende del potere in Italia; dall’età dei padrini a quella dei boss, ha via via assunto rilievo internazionale intrecciandosi con le sorti del peggiore affarismo; infine si è addirittura innervata nelle più segrete e inquietanti operazioni “strategiche” dell’Occidente durante la guerra fredda. Il quadro degli eventi è tale da produrre un forte impatto sia sul lettore comune che sullo specialista: un grande affresco di potenti e poveracci, gattopardi e gabellotti, briganti e politici, notabili e preti, affaristi e narcotrafficanti, tangentisti e massoni. Non si tratta, dunque, di un impasto di cronache di criminalità, bensì di una densa materia politica e sociale. Analizzarla significa indagare su processi di cui è protagonista l’Italia intera nel sistema mondiale delle sue relazioni e alleanze. Da questa prospettiva, e pensando anche al filo che lega la mafia ai misteri della prima repubblica, si coglie il dramma dell’antimafia e la reale portata etico-politica della “rivolta legalitaria” dopo il crollo del muro di Berlino. Scrivere tutto questo da italiani, e ancor più da siciliani, è perlomeno imbarazzante, perché costringe a “processare” mentalità radicate e tradizioni di lungo periodo. Nel farlo l’autore controlla la passione civile con l’equanimità di giudizio, in una ricostruzione affascinante, che utilizza criticamente anche la cronaca, realizzando un’opera tra le più insolite e ardite della storiografia italiana contemporanea.

Giuseppe Carlo Marino

è professore ordinario di Storia Contemporanea nella Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Palermo. Scrittore di storia assai precoce, formatosi all’ombra di Giovanni Spadolini, poi evolutosi su un itinerario culturale segnato dalla fedeltà alla lezione di Antonio Gramsci, si è dedicato in particolare allo studio dei rapporti tra potere e società in Italia. Collaboratore della RAI impegnato sul fronte dell’“uso pubblico” della storia, è autore di numerose opere tra le quali: La repubblica della forza, Eclissi del principe e crisi della storia, È veramente esistita la prima repubblica?, Biografia del Sessantotto e Le Generazioni italiane dall’Unità alla Repubblica. Con la Newton Compton, ha pubblicato anche Storia della mafia e La Sicilia delle stragi.