Budapest, 1905. Elsa, unica figlia di una coppia borghese, è in età da marito, ma non risponde alle aspettative che la società del tempo pone alle ragazze nel suo stato. Si ribella frequentando feste, flirtando e leggendo romanzi francesi considerati arditi ma nel frattempo diventati grandi classici. Fin dall’adolescenza è presa dal primo amore verso un giovane di classe sociale inferiore che, malgrado l’impossibilità di frequentarsi, la ricambia. Elsa dovrà tuttavia piegarsi a un matrimonio d’interesse per riscattare l’onore perduto e le disastrose finanze della famiglia. Ma così come i primi amori difficilmente sfociano in matrimonio, anche i legami d’interesse vengono inevitabilmente infranti da infedeltà coniugali. Benché la trama sia fitta di personaggi, avvenimenti e dialoghi, la storia lascia nel lettore l’impressione di un unico grande monologo sulle illusioni e sulla loro perdita, sull’innocenza e sul tradimento, sulla rinuncia a sé e sulla realizzazione della propria personalità. Sullo sfondo, c’è Budapest, bella città mitteleuropea che ai primi del Novecento vive il suo periodo di maggior sviluppo, al quale però non corrisponde un’altrettanta rapida evoluzione degli usi e dei costumi, e in cui la condizione femminile è ancora ancorata all’Ottocento.