30 settembre 1988. Lungo l’argine del Po di Goro, al confinetra Basso Ferrarese e Veneto, viene trovato il corpo senza vita di Vilfrido Luciano Branchi, per tutti Willy. È nudo, accanto spunta il solo portafogli con la carta d’identità. È immerso in una pozza di sangue all’altezza della testa martoriata da diversi colpi provocati dalla bocca di una pistola utilizzata nei macelli. L’indagine vira immediatamente su Valeriano Forzati, noto criminale della zona, che cinque mesi dopo, il 2 febbraio 1989, farà una strage nel nightclub Laguna Blu uccidendo quattro persone. Ma “il Colonnello” Forzati con Willy non c’entra niente. Lo diranno le inchieste e per questo verrà prosciolto. Da quel momento il caso Branchi finisce archiviato. Per 26 lunghi anni finoa quando un avvocato, un giornalista e un investigatore privato, con l’aiuto di Luca, fratello della vittima, porteranno alla luce elementi inquietanti, legati a un giro di sesso e omertà. E a spalancare le porte, sarà un’intervista choc al parroco del paese. Proprio quegli elementi permetteranno alla Procura, il 10 novembre 2014, di rimettere mano sul cold case e dare vita a una nuova inchiesta. Il libro ripercorre tutte le tappe, basandosi sugli atti ingialliti di Carabinieri e Procura della Repubblica, svelando errori, valutazioni sbagliate, testimonianze false. Sullo sfondo il coraggio di una famiglia che per tutti questi anni ha sempre sperato di conoscere i nomi dei responsabili di quel brutale assassinio.