Contemporaneo di Machiavelli, Francesco Guicciardini fu un celebre uomo politico e letterato della Firenze rinascimentale. Nacque a Firenze nel 1483 da una famiglia aristocratica. Dopo aver frequentato gli studi di Legge, ottiene importanti incarichi politici, cariche e missioni ufficiali in qualità di diplomatico, accumulando così un bagaglio notevole di esperienze, soprattutto presso Ferdinando il Cattolico di Spagna. Tornato in Italia, il Papa Clemente VII gli offre il governatorato di Modena e Reggio Emilia, e in seguito di tutta l’Emilia Romagna e successivamente il compito di stipulare la Lega di Cognac. In seguito al sacco di Roma del 1525 e al ritorno dei Medici a Firenze, Guicciardini è accusato di malgoverno ed è costretto a ritirarsi dalla vita politica e da Firenze. Muore nella sua villa ad Arcetri, stanco e mareggiato, nel 1540. La su opera maggiore "Storia d'Italia" è un capolavoro della storiografia mondiale.
La "Storia d'Italia" di Francesco Guicciardini è un capolavoro della storiografia mondiale. Racconta gli avvenimenti cruciali tra il 1492, anno della morte di Lorenzo il Magnifico (e la discesa in Italia di Carlo VIII di Francia), e il 1534, passando per il sacco di Roma da parte dei lanzichenecchi. Scritta da un protagonista “alto funzionario e consigliere di tre papi”.
"Io ho deliberato di scrivere le cose accadute alla memoria nostra in Italia, dappoi che l’armi de’ franzesi, chiamate da’ nostri príncipi medesimi, cominciorono con grandissimo movimento a perturbarla: materia, per la varietà e grandezza loro, molto memorabile e piena di atrocissimi accidenti; avendo patito tanti anni Italia tutte quelle calamità con le quali sogliono i miseri mortali, ora per l’ira giusta d’Iddio ora dalla empietà e sceleratezze degli altri uomini, essere vessati. Dalla cognizione de’ quali casi, tanto vari e tanto gravi, potrà ciascuno, e per sé proprio e per bene publico, prendere molti salutiferi documenti onde per innumerabili esempli evidentemente apparirà a quanta instabilità, né altrimenti che uno mare concitato da’ venti, siano sottoposte le cose umane; quanto siano perniciosi, quasi sempre a se stessi ma sempre a’ popoli, i consigli male misurati di coloro che dominano, quando, avendo solamente innanzi agli occhi o errori vani o le cupidità presenti, non si ricordando delle spesse variazioni della fortuna, e convertendo in detrimento altrui la potestà conceduta loro per la salute comune, si fanno, poca prudenza o per troppa ambizione, autori di nuove turbazioni."
La "Storia d'Italia" di Francesco Guicciardini è un capolavoro della storiografia mondiale. Racconta gli avvenimenti cruciali tra il 1492, anno della morte di Lorenzo il Magnifico (e la discesa in Italia di Carlo VIII di Francia), e il 1534, passando per il sacco di Roma da parte dei lanzichenecchi. Scritta da un protagonista “alto funzionario e consigliere di tre papi”.
"Io ho deliberato di scrivere le cose accadute alla memoria nostra in Italia, dappoi che l’armi de’ franzesi, chiamate da’ nostri príncipi medesimi, cominciorono con grandissimo movimento a perturbarla: materia, per la varietà e grandezza loro, molto memorabile e piena di atrocissimi accidenti; avendo patito tanti anni Italia tutte quelle calamità con le quali sogliono i miseri mortali, ora per l’ira giusta d’Iddio ora dalla empietà e sceleratezze degli altri uomini, essere vessati. Dalla cognizione de’ quali casi, tanto vari e tanto gravi, potrà ciascuno, e per sé proprio e per bene publico, prendere molti salutiferi documenti onde per innumerabili esempli evidentemente apparirà a quanta instabilità, né altrimenti che uno mare concitato da’ venti, siano sottoposte le cose umane; quanto siano perniciosi, quasi sempre a se stessi ma sempre a’ popoli, i consigli male misurati di coloro che dominano, quando, avendo solamente innanzi agli occhi o errori vani o le cupidità presenti, non si ricordando delle spesse variazioni della fortuna, e convertendo in detrimento altrui la potestà conceduta loro per la salute comune, si fanno, poca prudenza o per troppa ambizione, autori di nuove turbazioni."