Cosa rimane di quello che si ama Un libro di racconti, scritto con il sentimento e la nostalgia di chi può - per averli vissuti - porre a confronto gli anni '50 del secolo scorso in Molise, con la stressante e frenetica vita dei nostri giorni. Non si tratta di rimpianto per la giovinezza trascorsa, ma di una oggettiva analisi della diversità nei rapporti tra le persone, tra queste e le cose, nel modo di vivere affetti e relazioni. Mario Moccia, attraverso una scrittura lucida e precisa, è capace di raccontare le sfumature del pensiero, spesso venato di ironia. Osserva con saggezza le differenze tra il suo mondo e il presente. Si domanda se le generazioni che si affacciano alla vita, destinate a godere di novità tecnologiche, possano gioire del mondo nuovo. Ma si può tornare indietro? Chiude il libro Un'allucinazione paradossale, divertissement dell'autore fisso nella contemplazione del suo triste trapasso. Tra finzione e documento Le Storie che vengono da lontano mescolano finzione e documenti di un tempo che tanti faticano solo a immaginare. Attraverso lo sdoppiamento di persone viventi, o che hanno vissuto, con i loro omonimi personaggi, il libro si compone di scene che riportano alla vita modi di comportarsi che non ci sono più. Non è scontato neppure il gesto che significa uno stato d'animo o un pensiero. Mario Moccia ci regala un mondo di fiaba che non è stato soltanto una fiaba.
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