di L. B. Kremo & P. Raskal I., 2007, EBOOK (con illustrazioni)
Storie di Scintilla è un libro gioioso, veloce come un video clip, che, anche in virtù dei tredici episodi che caratterizzano il romanzo, si configura come l’Altri libertini (di Tondelli) della Generazione X.
Non si può che rimanere avvinti alla straordinaria vitalità di Scintilla, alle sue trovate demenziali, alle sue buffonate. Fra personaggi picareschi e improbabili perché troppo reali, si muove questo selvaggio dall’aria scanzonata, destinato però a non concludere nulla, a dare unicamente spettacolo di sé, nelle sue avventure che di mirabolante hanno solo il caos che le genera. Scintilla è proprio la stella danzante nel labirinto degli anni Novanta, insieme all’altro protagonista di alcuni episodi, Luca Pitagora, egli è una scheggia impazzita, arso da una febbre di vivere che gli incolori anni Novanta faticano a imbrigliare.
Scintilla, Pitagora e i vari personaggi di questo romanzo, non cedono alla disperazione, vincono la loro battaglia, sono gioiosi, creativi, anche assurdi se vogliamo, come il tessuto metropolitano in cui sono vissuti, quella Milano non più da bere, ma letteralmente da trangugiare, ebbri della propria giovinezza scapestrata che non vuole cedere ai vuoti e alle mattanze dell’era.
(Ettore Fobo)
Storie di Scintilla è un libro gioioso, veloce come un video clip, che, anche in virtù dei tredici episodi che caratterizzano il romanzo, si configura come l’Altri libertini (di Tondelli) della Generazione X.
Non si può che rimanere avvinti alla straordinaria vitalità di Scintilla, alle sue trovate demenziali, alle sue buffonate. Fra personaggi picareschi e improbabili perché troppo reali, si muove questo selvaggio dall’aria scanzonata, destinato però a non concludere nulla, a dare unicamente spettacolo di sé, nelle sue avventure che di mirabolante hanno solo il caos che le genera. Scintilla è proprio la stella danzante nel labirinto degli anni Novanta, insieme all’altro protagonista di alcuni episodi, Luca Pitagora, egli è una scheggia impazzita, arso da una febbre di vivere che gli incolori anni Novanta faticano a imbrigliare.
Scintilla, Pitagora e i vari personaggi di questo romanzo, non cedono alla disperazione, vincono la loro battaglia, sono gioiosi, creativi, anche assurdi se vogliamo, come il tessuto metropolitano in cui sono vissuti, quella Milano non più da bere, ma letteralmente da trangugiare, ebbri della propria giovinezza scapestrata che non vuole cedere ai vuoti e alle mattanze dell’era.
(Ettore Fobo)