Omicidi, depressione, suicidi. Storie di violenze e tragedie, ma anche, in alcuni eccezionali casi, di redenzione. Neanche il mondo “luccicante” degli atleti professionisti è immune a questo tipo di vicende. In particolar modo quello dell’Nba, campionato che accoglie da sempre giocatori con uno sconfinato talento ma accompagnati da un vissuto travagliato, fatto di demoni interiori che nemmeno i guadagni milionari e l’enorme popolarità aiutano a dissolvere. Bill Robinzine non ha retto alla prospettiva di reinventarsi altrove. Paul Pierce, invece, ha saputo riemergere dopo aver visto la morte da vicino. Kobe Bryant, accusato di stupro nel 2003, è poi tragicamente scomparso insieme alla figlia, diciassette anni dopo. In dinamiche simili, ma su quattro ruote, il mondo ha pianto la perdita di un talento immenso mai del tutto esploso, Drazen Petrovic. Bryce Dejean-Jones ha bussato alla porta sbagliata, mentre Delonte West è stato risucchiato dai problemi della salute mentale, troppo spesso sottovalutati. Una sorta di maledizione è il filo rosso che unisce queste quindici storie umane prima che sportive, narrate dalla evocativa penna di Salvatore Malfitano in un percorso cronologico che va dagli anni Ottanta fino ai giorni nostri. A testimonianza del fatto che anche la palla a spicchi, canonicamente di colore arancione, può tingersi del rosso più torbido.