Studiosa nota in tutto il mondo per le sue ricerche sul cinismo, Marie-Odile
Goulet-Cazé (1950-2023) ha contribuito in modo decisivo anche al rinnovamento
degli studi sul neoplatonismo. Ciò che prima dei saggi qui raccolti era dettaglio
erudito o spunto romanzesco – la scuola di Plotino nella Roma imperiale, cenacolo
platonico di senatori, intellettuali in visita, gente comune e donne dell’alta
aristocrazia raccolto attorno a un filosofo duro e profondo nei giudizi, ascetico e
bonario nel tratto personale – è divenuto dopo di essi un quadro articolato e pieno
di senso, che illumina la nostra comprensione dei due grandi protagonisti del terzo
secolo: Plotino e Porfirio. Plotino, appassionato e originale interprete di Platone,
discuteva con tutti e scriveva per pochi; a qualche decennio di distanza dalla sua
morte solitaria, Porfirio ne raccolse gli scritti e costruì con essi un sistema destinato
ad attraversare i secoli e le lingue: le Enneadi. Da Atene, dove era stato allievo di
Longino, il letterato e platonico più in vista del tempo, Porfirio andò a Roma per
ascoltare Plotino: incontrò in lui una versione nuova e inaudita di platonismo che
inizialmente lo sconcertò, per poi conquistarlo. In base al nuovo platonismo che
Plotino faceva partire dall’anima umana per risalire al mondo intelligibile e infine
all’Uno, Porfirio ordinò le Enneadi; dagli scritti e dai temi di Plotino trasse le proprie
Sentenze; dall’incontro con Plotino sorse in lui il progetto di ripensare Aristotele
e soprattutto l’Organon. Nacque così la filosofia tardo-antica. Senza gli studi di
Marie-Odile Goulet-Cazé, che abbiamo qui raccolto per il loro grande significato
intrinseco e per la gratitudine che la comunità accademica le deve, questo momento
fondatore della filosofia mondiale rimarrebbe molto meno comprensibile.
Goulet-Cazé (1950-2023) ha contribuito in modo decisivo anche al rinnovamento
degli studi sul neoplatonismo. Ciò che prima dei saggi qui raccolti era dettaglio
erudito o spunto romanzesco – la scuola di Plotino nella Roma imperiale, cenacolo
platonico di senatori, intellettuali in visita, gente comune e donne dell’alta
aristocrazia raccolto attorno a un filosofo duro e profondo nei giudizi, ascetico e
bonario nel tratto personale – è divenuto dopo di essi un quadro articolato e pieno
di senso, che illumina la nostra comprensione dei due grandi protagonisti del terzo
secolo: Plotino e Porfirio. Plotino, appassionato e originale interprete di Platone,
discuteva con tutti e scriveva per pochi; a qualche decennio di distanza dalla sua
morte solitaria, Porfirio ne raccolse gli scritti e costruì con essi un sistema destinato
ad attraversare i secoli e le lingue: le Enneadi. Da Atene, dove era stato allievo di
Longino, il letterato e platonico più in vista del tempo, Porfirio andò a Roma per
ascoltare Plotino: incontrò in lui una versione nuova e inaudita di platonismo che
inizialmente lo sconcertò, per poi conquistarlo. In base al nuovo platonismo che
Plotino faceva partire dall’anima umana per risalire al mondo intelligibile e infine
all’Uno, Porfirio ordinò le Enneadi; dagli scritti e dai temi di Plotino trasse le proprie
Sentenze; dall’incontro con Plotino sorse in lui il progetto di ripensare Aristotele
e soprattutto l’Organon. Nacque così la filosofia tardo-antica. Senza gli studi di
Marie-Odile Goulet-Cazé, che abbiamo qui raccolto per il loro grande significato
intrinseco e per la gratitudine che la comunità accademica le deve, questo momento
fondatore della filosofia mondiale rimarrebbe molto meno comprensibile.