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Ocello Lucano, filosofo ed iniziato vissuto nel V° secolo a.C., è stato un esponente della Scuola Pitagorica in Lucania. Probabilmente originario di Grumentum, si ritiene che, insieme al fratello Occilo e alla sorella Bindaice, fosse un allievo di Pitagora, che si era fermato a Metaponto in fuga da Crotone. Viene citato e menzionato da Diogene Laerzio, Giovanni Stobeo, Sesto Empirico, Giamblico e Filone di Alessandria. L’unica delle opere a lui attribuite ad essere sopravvissuta per intero è un breve trattato filosofico e naturalistico in dialetto ionico, composto da quattro capitoli, noto con…mehr

Produktbeschreibung
Ocello Lucano, filosofo ed iniziato vissuto nel V° secolo a.C., è stato un esponente della Scuola Pitagorica in Lucania. Probabilmente originario di Grumentum, si ritiene che, insieme al fratello Occilo e alla sorella Bindaice, fosse un allievo di Pitagora, che si era fermato a Metaponto in fuga da Crotone. Viene citato e menzionato da Diogene Laerzio, Giovanni Stobeo, Sesto Empirico, Giamblico e Filone di Alessandria.
L’unica delle opere a lui attribuite ad essere sopravvissuta per intero è un breve trattato filosofico e naturalistico in dialetto ionico, composto da quattro capitoli, noto con il titolo Sulla natura dell’Universo (Περὶ τῆς τοῦ παντὸς φύςεως). Un trattato che rispecchia sostanzialmente la dottrina pitagorica, con elementi destinati ad essere ripresi da Empedocle, Plotino, Porfirio ed altri filosofi di scuola platonica o neo-platonica. Ocello sostiene, infatti, che l’Universo sia eterno e increato, che non abbia origine né fine, e che, di forma circolare, secondo moti ciclici, ritorni sempre su sé stesso. Secondo la sua visione, la triade è l’origine di tutto e le tre grandi divisioni dell’universo corrispondono ai tre tipi di esseri: Dei, uomini e demoni.