Da Verona a San Diego sono novemilaottocentosettantadue chilometri. Non è una distanza incredibile, basta solo avere le idee chiare. E Stella le ha... più o meno. In testa ha tanti progetti ma è anche spaventata: una veronese a San Diego? Meglio di un film. Così inizia l'avventura di Stella: è atterrata, è "a casa", quella nuova, quella che davvero spera possa diventare la terra per una nuova occasione: la California, Los Angeles... e San Diego. Contatti? Pochi. Elio, un PR eccentrico, e Tony, chef italoamericano iperstacanovista. Lo scopo del viaggio è anche quello di apprendere il business english, in una scuola in cui Stella inizia a fare la conoscenza di personaggi bizzarri, divertenti, irritanti e irritabili, ma anche dolci, affettuosi, privi di qualunque pregiudizio. È nell'incontro con l'altro che Stella dimentica per un po' se stessa per allacciarsi al diverso. L'America rappresenta ancora il famigerato sogno americano? Ma l'opportunità della vita si incrocia miracolosamente con l'Italia: è proprio con Tony che Stella arriverà ad aprire un business eccellente nel campo della ristorazione. Forse, però, nulla è per sempre, e non deve essere per sempre. Perché il sogno Americano significa anche questo: libertà. Anche creativa. Anche lavorativa. Libertà di esistere, di esserci e di vivere.